Agriturismo La greppia di Franco ChioccioliAgriturismo La Greppia

di Franco Chioccioli


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Pratomagno

La croce del PratomagnoIl Casentino è separato dal resto della Toscana dai monti del Pratomagno che si innalzano fino quasi a 1600 metri di quota. L'Arno, che nasce a una latitudine prossima a quella di Firenze, deve quindi inoltrarsi a sud e poi invertire decisamente il suo corso per raggiungere il capoluogo toscano dopo avere così pressoché circondato il massiccio.

Tra il fiume e questa catena di monti, sia in Casentino che nell'altra valle oltre il crinale (Valdarno) correvano due antiche strade che, già dal tempo degli Etruschi, collegavano Arezzo con il nord. Trascorso il tempo, regimato l'Arno, le strade sono state spostate verso il piano, sull'altra riva del fiume. Così gli insediamenti posti lungo le pendici del Pratomagno hanno perso d'importanza e l'intero territorio è rimasto forse un po' dimenticato.

Il massiccio arenaceo, plasmato dalle stesse forze che hanno generato la vicina catena appenninica, è rivestito da boschi di conifere e, soprattutto, di latifoglie. Il versante casentinese, più ombroso e fresco, si presta in particolare alla coltivazione del castagno da frutto, un tempo risorsa alimentare di base per un'intera società. Il crinale è invece un vasto dorso erboso: il 'prato magno'. La prateria però non ha un'origine naturale, l'altitudine raggiunta dal rilievo non sarebbe tale da impedire al bosco di arrivare fino sulla cima. Il mare d'erba è così opera dell'uomo che, in epoche remote, ha abbattuto il bosco per creare pascoli d'altura buoni nella stagione estiva. In mezzo al verde, a due passi dalla cima più elevata dell'intero massiccio (Monte Pianellaccio, 1593 m.) nel ferragosto del 1928 è stata innalzata una bella croce modulare in ferro. Di lassù, verso occidente, si dischiude l'intera Toscana dalle Apuane all'Amiata, dal Chianti alle torri di San Gimignano.

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